I Lezione di Difesa Contro le Arti Oscure

Per tutti gli anni

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  1. Alyssa Etherius
     
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    Erano stati tempi duri, sarebbe stato sciocco negarlo. Tornare in quel castello le aveva fatto tanto male quanto bene. Non si aspettava di riconoscere ogni mattone, ogni passaggio ogni gradino. Sembrava come se quel posto fosse rimasto identico all’ultimo giorno del settimo anno e che l’avesse aspettata per darle il bentornato a casa.
    Era stata quella sensazione a non farla scappare il primo giorno, oltre alla ferma convinzione che Liam fosse con loro, in qualche modo.
    La prima volta che aveva attraversato quei cancelli era solo una mocciosa di undici anni piena di sogni ed aspettative, l’ultima invece l’aveva vista donna, con le mani impegnate a tenere strette quelle di due bambini che presto avrebbero vissuto le sue stesse avventure. Sembrava incredibile.
    Quando la preside Wright poi l’aveva convocata per chiederle di insegnare proprio Difesa Contro le Arti Oscure non riuscì a credere alle sue parole e ci mise diverso tempo prima di accettare. Non solo perché non voleva lasciare gli Auror, per la perdita appena subita o per la responsabilità dei gemelli, ma perché quella cattedra era stata occupata da maghi e streghe secondo lei molto più capaci di quanto non sarebbe mai potuta diventare, prima tra tutti forse Elisewin O’Plumb, che fu quasi un mentore per l’ex Grifondoro.
    Poi però, come 16 anni prima aveva deciso di dare fiducia al Cappello, quando le aveva assegnato la sua Casa, scelse di dare fiducia alla Preside ed a se stessa, accettando il posto.
    Anche quella mattina, quando scese le scale dal suo nuovo ufficio per entrare nell’Aula, un’ondata di emozioni quasi la travolse e per una volta non era colpa del suo particolare potere. Per una volta erano emozioni sue.
    Eccoli lì, decine di studenti che prendevano posto tra i banchi della sua aula, per assistere alla sua lezione. Sembrava davvero impossibile. Aveva creduto che dopo il primo impatto sarebbe andata diversamente ed invece non era stato così.
    Un sorriso solare le accarezzò le labbra quando raggiunse la cattedra, la aggirò e vi si sedette sopra, per guardare meglio tutti i ragazzi.

    «Buongiorno, aspettiamo un paio di minuti che arrivino tutti? Tesoro, hai il cappello al contrario»

    Con un rapido colpo di bacchetta aggiustò il copricapo di un Tassorosso del primo anno e si sistemò meglio sulla scrivania, finché non vide che quasi tutti avevano preso posto.

    «Oggi vi voglio parlare di una cosa che mi sta particolarmente a cuore. Fino a non troppi anni fa io ero seduta proprio dove siete voi ora, impaziente di imparare incantesimi nuovi e nuovi metodi per difendermi. Ed ero anche esaltata quando riuscivo a metterli in pratica durante un duello! Adoravo il Club dei Duellanti ero davvero brava, devo dirvi. Sicuramente anche molti di voi lo saranno e vi sentirete forti, capaci di affrontare senza problemi il mondo là fuori. Uscirete di qui con il massimo dei voti nella mia materia ed andrete a fare gli Spezzaincantesimi, gli Auror o qualsiasi altra cosa entusiasmante per cui vi sentirete prontissimi.
    Io sono qui per dirvi che non si è mai pronti per quello che succede lì fuori e non è una frase ad effetto, non voglio fare la prof barbosa, voglio dirvi solo quello che so, perché è capitato anche a me.
    Uscire di qui con tutte E, laurearvi con eccellenza all’Accademia non vi permetterà di essere pronti. Perché un giorno vi sveglierete ed un pazzo qualsiasi avrà attaccato la scuola dove siete cresciuti, uccidendo gli stessi maghi che vi hanno insegnato tutto quello che sapete e correrete, correrete più forte che potete per salvare la maggior parte di loro, per salvare i ragazzini indifesi che non sono ancora pronti. Ma per quanto avete studiato non potete salvare tutti, dovrete fare delle scelte e nessuna E vi insegnerà quali sono quelle giuste. Nessuna E vi impedirà di perdere le persone che amate in battaglia. Perché mentre salverete vostro figlio, morirà vostro marito e mentre cercherete di salvare vostro fratello vedrete morire vostra sorella. Lì fuori è uno schifo ragazzi, non sono qui per indorarvi la pillola.

    Quindi qual è il punto? Il punto è che dobbiamo imparare a salvare non solo noi stessi, ma più persone possibili e dobbiamo provare ad essere pronti ad ogni evenienza.»

    Sorrise e scese dalla cattedra, impugnando nuovamente la bacchetta. Era stata prolissa, forse, ma non voleva che nessun altro passasse quello che aveva passato lei o quantomeno voleva aiutare i ragazzi a trovarsi davvero pronti, tutti loro. Solito stupido spirito di paladina della giustizia e croce rossa.

    «Prendete le vostre bacchette e guardate la persona al vostro fianco: sarà il vostro compagno durante la lezione»


    Avete 10 giorni per postare, fino al 5 Maggio compreso.
    Dovete scegliere qualcuno con cui affrontare la lezione perché vi chiederò di interagire tra di voi. Questo qualcuno può:
    - Essere scelto da voi, mettendovi d’accordo in privato, preferibilmente con un massimo di differenza di un anno tra di voi (quindi uno del terzo anno lavorerà con qualcuno del secondo, del terzo o del quarto anno)
    - Essere un png (anche se ve lo sconsiglio perché sarete costretti a fare tutto da soli)
    - Lasciare che sia io a sceglierlo, in questo caso vi consiglio di avvertirmi mandandomi un mp in modo che al prossimo post vi assegnerò qualcuno)
    Turni liberi, scusatemi per il discorso introduttivo infinito e lasciate libero spazio alla fantasia, sentitevi liberi di interagire con me e per qualsiasi cosa mandate un gufo!
     
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  2. Jamie Allen
     
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    Quel giorno ci sarebbe stata lezione di Difesa Contro le Arti Oscure e Jamie non voleva di certo mancare. Difesa Contro le Arti Oscure era una delle sue materie predilette.

    Un mago senza bacchetta è una nullità.
    Un mago che NON sa utilizzare la propria bacchetta è un mago morto.

    E sì, queste due frasi leggermente ambigue Jamie le pensava veramente. L'anno precedente era accaduto il finimondo. Dentro quelle mura erano successe cose imprevedibili. Non si poteva essere al sicuro da nessuna parte, nemmeno ad Hogwarts. Bisognava sapersi difendere, ma non dai Troll, dai folletti, dai Doxy, dagli Avvincini, dai Giganti o dai Draghi. Certo, tutte quelle creature potevano essere pericolose (alcune più di altre), ma la specie più pericolosa è sempre stata solo una: l'uomo. La prima cosa e forse la più importante era quella di sapersi difendere da altri maghi, da altra gente che poteva brandire la propria bacchetta con abilità disarmante (ambiguo 2.0).
    Jamie era sicuro che quell'anno avrebbe imparato veramente cosa volesse dire difendersi. Avrebbe duellato! Si vociferava che la nuova insegnate di Difesa Contro le Arti Oscure, la professoressa Etherius, seppur giovane, fosse stata un abile Auror e avesse in passato affrontato pericoli inimmaginabili. E poi, anche tra i Serpeverde, non si parlava altro che della sua incredibile bellezza e quello era senz'altro il secondo motivo per cui Jamie non vedesse l'ora di arrivare a lezione. Sì, la professoressa Alyssa era stupenda, tutti i ragazzi l'avevano potuto notare durante il banchetto di inizio anno. Ricordava ancora il mormorio che si diffuse quando lei entrò, dirigendosi al suo posto nel tavolo dei docenti. Aveva solo un difetto. Era la Capocasa dei Grifondoro. Nonostante ciò, Jamie amava immaginarla come una persona capace, severa con i fannulloni e con i lecchini-so-tutto-io come la O'Brien e soprattutto imparziale. Quell'anno già la professoressa Cooper aveva dimostrato di prediligere i colori della casata della quale era Capocasa. Già era stato difficile accettare che una Tassofessa avesse guadagnato 10 punti per una balbettante risposta SBAGLIATA, ma punti regalati a delle Grifolagne non gli avrebbe digeriti nemmeno con una bottiglia intera di Whisky Incendiario. Purtroppo però fin dalle prime lezioni rimase in parte deluso. Era sì capace, ma anche lei come la Cooper era mielosamente gentile con tutti, anche con gli incapaci che con la bacchetta riuscivano soltanto a fare qualche scintilla.
    Stava preparando tutto l'occorrente per la lezione. Prese il libro e lo infilò dentro la tracolla, nonostante sperasse di non doverlo utilizzare.

    «No Amethyst, non ti porto a lezione.»

    La sua gatta nera lo stava fissando dalla distanza, mentre si leccava una zampina. Jamie ormai la conosceva benissimo, sapeva che avrebbe cercato di seguirlo, lo faceva sempre. Ma dopo le sue parole la gattina si alzò e se ne uscì dal dormitorio. Jamie la "pedinò" con la sua tracolla in spalla, pronto per andare a lezione. La seguì con lo sguardo mentre passava di fianco a due piccoli Serpeverde del secondo anno che stavano litigando per accaparrarsi un proibitissimo frisbee zannuto. Fece un sospiro di sollievo quando notò che Amethyst non si mise a seguirlo, ma bensì decise di andare a stendersi su uno dei tanti cuscini verdi della Sala Comune.
    Durante il tragitto verso l'aula di Difesa Contro le Arti Oscure, Jamie iniziò a pensare a come poter ottenere l'accesso per l'ambitissima zona proibita della biblioteca. Il modo migliore per Difendersi dalla Arti Oscure era conoscerle e Jamie avrebbe pagato per riuscire a procurarsi uno dei tanti libri del reparto proibito. Secondo la sua opinione riuscire a destreggiare incantesimi oscuri era uno dei modi migliori per non farsi trovare impreparato davanti a nulla. In realtà, sebbene Jamie potesse sembrare cattivo ai più, non aveva un morboso desiderio di fare del male alla gente o di uccidere (anche perché era soltanto un ragazzo di quattordici anni). Il suo desiderio più grande era quello di diventare potente e soprattutto rispettato. Molti ragazzini lo temevano, perché sapevano che poteva diventare parecchio "fastidioso". Amava prendersi gioco dei più piccoli e creare un velo di "terrore" attorno a lui, cosicché alcuni lo guardassero con ammirazione, altri lo evitassero per timore. Ma lui voleva distinguersi tra tutti, desiderava le attenzioni anche dei più adulti, non soltanto delle nullità.
    Giunse al secondo piano senza quasi rendersene conto, ed entrò in aula. Era leggermente in ritardo.


    «Uscire di qui con tutte E, laurearvi con eccellenza all’Accademia non vi permetterà di essere pronti.»


    Sembrava essere entrato nel momento clou del discorso. Sperava con tutto il cuore che la signorina Grace O'Brien stesse ascoltando attentamente le parole della professoressa. Tutte quelle E, ma probabilmente non sapeva nemmeno allacciarsi le scarpe.
    Molto preso dal discorso Jamie andò a sistemarsi nel primo posto che trovò libero. Abbassò lo sguardo verso la tracolla, che posò delicatamente a terra, alla sua sinistra. Fino a quando...

    «Prendete le vostre bacchette e guardate la persona al vostro fianco: sarà il vostro compagno durante la lezione»

    Jamie guardò alla sua destra. Un ragazzo Grifondoro del quinto anno, con la faccia piena di brufoli, stava già facendo volteggiare la bacchetta.

    «Quindi sarai tu il mio compagno?»

    Sembrava quasi soffrire di un fortissimo attacco di Spruzzolosi. Jamie fece una faccia schifata, e si guardò attorno. Non aveva alcuna intenzione di passare la lezione con quello sfigato.

    «Ehi! Si direbbe proprio che tu abbia bisogno di un gratta e netta sulla faccia... Scusa ma mi viene da vomitare!»

    Il ragazzo sembrava confuso, finché non capì le parole del Serpeverde. Forse oltre alla Spruzzolosi aveva anche un ritardo mentale? Probabile, ma Jamie non fece in tempo a scoprirlo perché aveva già cambiato posto andando a sedersi in un banco libero e senza nessunissima presenza indesiderata nei dintorni. Avrebbe potuto dare una sistemata alla faccia di quel bamboccio, ma gli avrebbe fatto soltanto un favore, e un Grifondoro non avrebbe mai ottenuto nessun favore da Jamie Allen.
    Ora però doveva trovarsi un nuovo compagno. Cosa sarebbe successo se non fosse arrivato nessuno che gli andasse a genio? La professoressa lo avrebbe messo in coppia con una lagna del terzo anno? Sarebbe stato il colmo! Per quello Jamie stava cercando una chioma rossa tra la folla. Dove si era cacciata Amy Holmes?

    Edited by Jamie Allen - 3/5/2016, 00:55
     
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  3. Amy Holmes?!
     
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    Si sarebbe mangiata un formicaio prima di ammetterlo, ma quando era scoppiata la battaglia qualche mese prima, Amy se l’era veramente fatta sotto. Insomma dai, siamo onesti: anche il più pompato dei Grifotonti doveva aver strillato come una ragazzina dopo aver sentito il primo schiantesimo infrangersi sulla colonna a tre centimetri dal suo orecchio. In mezzo a tutti quei fighi abili e spavaldi Amy si sentiva come la bollicina dell’acqua Lete. A scuola non si era mai applicata, anziché esercitarsi con gli incantesimi preferiva usare metodi babbani come morsi, pedate e ciabattate sul muso, insomma quando gli altri scendevano a combattere e sventolavano la loro bacchetta di qua e di là come la fata madrina lei al massimo poteva sbatacchiarla in testa a qualcuno, o infilargliela in un occhio o buchi vari. Quello era uno dei motivi per cui si era ripromessa che quest’anno si sarebbe impegnata. Certo, quella promessa poteva essere partita bene d’estate, quando non faceva altro che grattarsi la pancia tutto il giorno, ma era poi via via sciamata, soprattutto dopo aver inciampato sullo stipite della porta e aver fatto accidentalmente implodere la boccetta di inchiostro sulla pergamena pulita alla sua prima lezione dell’anno. Un po’ come quando a capodanno si dice che quest’anno andrai in palestra tre volte a settimana e ti sbronzerai solo nel weekend. L’universo le era avverso.
    In ogni caso, quella mattina Amy decise di abbandonare il suo adorato baldacchino e trascinarsi in Sala Grande… così tanto per quantomeno assomigliare ad uno studente vero. Fra un raffinatissimo sbadiglio ed un altro, la rossa spalmò del burro di arachidi sul toast, mentre leggeva distrattamente l’orario… quella mattina c’era Difesa, ma sì forse poteva degnarsi, dopotutto sarebbe stata utile a prevenire futuri scagazzamenti in mano. E poi si sa che le materie più pratiche come quella erano più divertenti e più adatte al fancazzismo, dato che solitamente almeno la metà della lezione era dedicata allo sventolamento bacchette e semi-distruzione dell’aula.
    Finita colazione ballonzolò quindi fino al secondo piano per raggiungere l’aula, ma ovviamente era in ritardo. Girò l’angolo giusto in tempo per vedere la porta che si chiudeva, e con uno scatto degno di uno gnu appena nato cercò di infilarsi nella fessura, ma vi rimase schiacciata dentro.
    “Ouff… buon… giorno!” boccheggiò con voce mozzata, massaggiandosi la costola. Poi raggiunse il primo banco libero che beccò e si sedette.
    Man mano che la prof parlava il sopracciglio destro della serpa si fece sempre più scettico, a momenti le sarebbe uscito dalla fronte. Non per dire eh, ma questa qui avrà avuto sì e no tre anni più di lei. Questo suo discorsetto motivazionale aveva un che di ridicolo uscito dalle sue labbra, per quanto rosee e piene e perfette queste potessero essere. Perché sì, oltre a essere giovane era anche una gnocca stratosferica. I vecchi bacucchi erano fuori catalogo.
    Poi, come previsto, la parte barbosa si concluse (o almeno così sembrava) e si sarebbe passati alla pratica. Ovvero far casino! Fece appena in tempo a girare pigramente la testa verso la sua sinistra, che si ritrovò la faccia appuntita di un tizio moro con la gelatina ad una spanna dal naso.
    “WAH! VADE RETRO!” Gracchiò balzando all'indietro. Di tutto rimando quello la squadrò dall'alto al basso e… le fece l'occhiolino! O forse aveva un tic. Amy fece una smorfia e lo sguardo le cadde sulla divisa... Corvonero... Ma non se ne parlava proprio. Si alzò e gli posò le mani sulle spalle con aria affabile, tenendolo a debita distanza da sé. "È stato bello conoscerti e stare qui seduti insieme a te... Ma sai come si dice. La vita è un oceano... E tu... Sei un plancton!" Disse annuendo come se la sapesse lunga, sperando di averlo confuso abbastanza da farlo tacere. "Ci si vede, marinaio!"
    Una volta dispensata la sua perla di saggezza, la rossa decise di sloggiare. Si guardò intorno alla ricerca di un valido compagno. Dov'era Allen quando le serviva?
    Sgusciò fra i banchi con aria furtiva finché ah! Bersaglio avvistato a ore 10! Via il timone! Tutta a babordo!
    Piantò le chiappe sulla sedia vicino a Jamie e appoggiò i gomiti sul banco, puntando lo sguardo sul volto del ragazzo.
    “Vuoi essere il mio compagno?” domandò con tono stucchevole sbattendo velocemente le palpebre. Qualche altra persona probabilmente l’avrebbe presa a padellate, ma contava sul fatto che Jamie sarebbe stato al gioco.
     
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  4. Alyssa Etherius
     
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    Chiedo umilmente perdono mi pento e mi dolgo dei miei peccati ma la sessione estiva è alle porte e mi ha ucciso il cervello, quindi non riesco a trovare un attimo per proseguire con la lezione, inoltre immagino che sia lo stesso per molti di noi, indi per cui sperando di non essere linciata congelo/protraggo la lezione fino a metà giugno. Questo cosa significa? Che chi vuole/può può postare il suo primo post in queste settimane e che a metà giugno (credo intorno al 13-14 esami permettendo) posterò il secondo post e da lì potremo continuare (posto che essendo appunto piena sessione sarò molto elastica con i tempi anche per permettere a tutti di rispondere in tranquillità).
    Mi scuso ancora tanto tanto per l'inconveniente e giuro che mi farò perdonare u_u

    Il messaggio si autodistruggerà appena posterò il proseguimento della lezione.
     
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  5. Hæzel Jensen
     
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    Difesa contro le Arti Oscure. Un nome, una certezza. Almeno per Haezel. Le Arti Oscure per lei erano in qualche modo, sempre e comunque, collegate a delle figure specifiche. A delle persone contro cui era stata messa in guardia fin dal ricevimento della lettera per Hogwarts. Delle persone che continuava, per forza di cose, a trovarsi tra i piedi. Per giunta, sempre le stesse. Sembrava quasi che la piccola Grifondoro fosse destinata a seguire lezioni con molti, se non troppi, studenti di quella Casa.
    La comparsa della professoressa di quella materia dal nome così affascinante si rivelò una sorpresa per tutti. Era una donna giovane. E, ben presto, i presenti scoprirono che, nonostante la giovane età, aveva vissuto fin troppe cose per avere così pochi anni. Era palese che tutte le cose a cui aveva fatto riferimento non fossero casuali oppure riguardanti terzi.
    La Grifondoro si annotò alcune parole chiave di cui sua nonna aveva mancato di parlare.
    Così com’erano state pronunciate:

    Club dei Duellanti
    Spezzaincantesimi
    Auror


    Club dei Duellanti. Ok, facile. Spezzaincantesimi…si può intuire. La parola più buffa era l’ultima. Le ricordava la sua amica Aurore che, sfortunatamente, non aveva avuto il piacere di ricevere nessuna lettera da nessun gufo. Era curiosa di sapere di preciso cosa facessero gli Auror. Era improbabile che fosse un’organizzazione magica fondata e composta da persone di nome Aurore. Era surreale. No, decisamente. Decise di non chiedere, voleva risparmiarsi una brutta figura.
    Le parole della donna intimorirono Haezel, in particolare quando cominciò a parlare di morti qui e là. Non era appagante sapere, a undici anni, quanto fosse pericoloso il mondo lì fuori. Ma era la verità. Ed in quanto tale, andava affrontata. Dopo un attimo di smarrimento, la Grifondoro trasse coraggio dalle parole pronunciate dalla professoressa, come se fossero un incentivo a proseguire, a andare avanti per migliorare e fare sempre meglio. In modo da sapersi difendere. E in modo da poter difendere gli altri. Il pensiero dell’ancora bambina volò alla sua famiglia. Ai suoi genitori. Sperava stessero bene, avrebbe scritto loro nel pomeriggio. Sapeva che la nonna sarebbe intervenuta se queste forze oscure avessero agito nel mondo che, fino a poco tempo prima, le apparteneva. Però le parole della Etherius la fecero riflettere. Voleva mettersi in gioco, dimostrare a se stessa che poteva farcela.
    Tutti questi pensieri furono interrotti da un cambiamento nel tono di voce della docente. Haezel cominciò a guardarsi intorno. Il posto accanto a lei era ancora vuoto. Sperò che di lì a qualche secondo fosse arrivato qualcuno, visto che non vedeva altri undicenni solitari. Lo sperò perché, altrimenti, avrebbe dovuto ricredersi su quello che aveva appena pensato e avrebbe dovuto rimandare la sfida contro se stessa a un’altra volta.
     
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4 replies since 25/4/2016, 17:07   168 views
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