Platano Picchiatore [GdR]

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  1. Euphelia Letizia Cooman
     
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    *Un enorme albero dal largo tronco e dalle profonde venature, di un marrone grigiastro era il suo colore e parevano di un numero infinito i suoi lunghi e nodosi rami spogli. Le radici erano ben fissate sulla sommità di una collinetta di pietra, tinteggiata di sporadiche macchie verdi d'erba. Il suo preciso compito era quello di impedire agli intrusi di valicare i confini di Hogwarts, nessuno poteva competere con le sue rovinose frustate, tutti temevano questo Platano che una volta svegliato si adirava tanto da urlare e inveire contro chi l'avesse risvegliato emettendo gorgogliose voci. Ogni studente sa quanto sia grosso il rischio che si corre a farsi trovare nella zona dall'albero sorvegliata ed è per tale motivo che ben pochi se ne trovano da queste parti.*

    Edited by Luke Burtol - 24/3/2010, 23:40
     
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  2. Johanna Spanbarmy
     
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    *Lei era così vicina, non abbastanza, però, e lo guardava. Vedeva davanti a sè il grande albero, sicuramente il più famoso in tutto il castello: il Platano Pcchiatore. Anche John, alle sua spalle, era rimasto immobile, incerto su cosa Johanna volesse fare, ma comunque sempre d'accordo: John l'avrebbe sempre capita. E l'aveva capita anche quella sera, quando Johanna se n'era uscita con un improvviso "stasera ho proprio voglia di vederlo, ed era uscita di corsa dalla Sala Comune, oltrepassando in un baleno tutti i corridoi, e i giardini del castello.
    Era una bella serata, e le poche nuvole che contornavano il cielo non potevano che dare un tocco in più alla serata. Erano solo qualcosa di più bello.
    Era come se da lontano sentisse suonare delle campane, ma non quelle inquietanti e tristi che suonavano nella chiesa accanto a casa sua, in Irlanda. No, non erano certo quelle. Erano campane vivaci e deboli, lontane, abbastanza da non turbare l'atmosfera. E c'era profumo di mare. Forse, però, poteva sentirlo soltanto lei. Ma, alla fine, cosa cambiava?*
     
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  3. Conor Breandàn MacPherson
     
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    *Verso sera l’aria si faceva più fresca, rilassata quasi. Tutto era più scuro, buio; il nero incombeva su tutto, la sera la faceva semplicemente da padrona. Ma quell’oscurità non lo spaventava. Aveva superato da tempo la fase “paura-del-buio”, da quando, a cinque anni, una notte non si era svegliato nel cuore della notte, sudato e impaurito: aveva aperto i suoi occhietti, aveva scrutato il buio, indifferente.
    Conor passeggiava tranquillo, in quella calma e piatta serata, contemplando gli alberi, gli arbusti e tutte le piante che adornavano il parco di Hogwarts. Poi, si rese conto di essere giunto alla sede di un albero in particolare, forse il più curioso, il più strano. Il Platano Picchiatore.
    Ricordò quando lo vide la prima volta. Fu la sera che era giunto ad Hogwarts, ad 11 anni. Stava salendo la salita che porta dalla rimessa delle barche all’entrata del castello e, tra gli alberi, gli era sembrato di vederne uno muoversi; allora, gli era sembrato solo uno scherzo del buio e delle ombre della sera. Ovviamente, si era sbagliato.
    Fissò per un momento il Platano, fermando i suoi passi. Si agitava ininterrottamente, come se ci fosse chissà quale forza a muoverlo. Incredibile che un albero avesse una tale forza, un tale vigore. Poteva essere pericoloso. L’idea di quello che poteva provocare, fece sogghignare il Serpeverde che, estasiato dai mille e più usi del Platano, captò la presenza di qualcuno. Una fanciulla, gracile all’apparenza. Le si avvicinò, nonostante fosse una stupida Grifondoro. Dopotutto, se non avevano delle belle idee –secondo la teoria di Leighton- potevano rivelarsi divertenti.*
    <<che ci fa una piccola, indifesa Grifondoro ai piedi di questo “pericoloso” albero?>> *intonò la parola pericoloso come se stesse parlando ad un bambino al quale raccontava la favola dell’uomo nero.
    Fissò nuovamente l’albero, e poi la ragazza. Si annoiava, aveva bisogno di divertirsi.*
     
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  4. Johanna Spanbarmy
     
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    <<oh, è un albero molto bello, non c'è niente da temere.>>
    *Guardò il nuovo arrivato, che non l'aveva minimamente spaventata Aveva sentito i suoi passi ancor prima che il curioso Serpeverde si accorgesse di lei. Scrollò le spalle.*
    <<bè, adesso credo proprio che sia ora di tornare a casa.>>
    *Casa? Sì, l'aveva detto davvero. Casa, Sala Comune, castello di Hogwarts. Non erano poi la stessa cosa?*
    <<piacere mio.>>
    *Fece un grande sorriso e, seguita da John, il suo amico inseparabile, invisibile e incerto. Sì, John era tutto questo. E Johanna voleva più bene a lui che a tutti quanti, e tutti quanti dovevano saperlo. Ma forse bastava che lo sapesse lei.*
    <<Good night.>>
    *Disse, con uno spiccato accento irlandese nella pronuncia. Che poteva farci?
    Intanto la luna splendeva lassù, e si sentiva sicura e strana. Proprio come sempre, quando andava nei pressi del Platano Picchiatore.*
     
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  5. Conor Breandàn MacPherson
     
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    *Conor ascoltò le parole, quasi tutte, insensate che la ragazza proferiva in maniera assente. La fissò, mentre, ancor più pateticamente di come si era rivolta a lui, se ne andava via, probabilmente diretta verso la sala comune dei Grifondoro.
    Possibile che i tipi strani capitano sempre a me?
    Non voleva tornare nella sala comune, così come non gli andava di continuare a camminare per il parco di Hogwarts. Decise di rimanere lì qualche minuto, a scrutare l’oscurità e pensare ad un modo per vendicarsi di quella Grifondoro svitata.
    Che sciocca se pensa di sfuggirmi così
    Un leggero vento fresco attraversò gli alberi, facendo vibrare le foglie che, sordamente, provocarono un rumore lontano. Conor si voltò verso il Platano, sorridendo per gli stessi pensieri che lo avevano deliziato prima di incontrare quella povera pazza.*
     
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  6. Leighton Merster
     
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    <guarda un po' chi si vede...Conor! Quanto tempo...>
    *Leighton aveva fatto la sua comparsa. Mano sinistra posata sul fianco e la destra impegnata a ravvivare la bionda chioma della ragazza.*
    <cosa ci fai qui fuori a quest'ora? Hai percaso una ragazza segreta?>
    *Un sorriso ironico comparve sul volto della ragazza. Si voltò leggermente indietro.*
    <ah, si. Che maleducata...Questa è Elizabeth Katherine Warren.>
    *La spilla della ragazza brillava illuminata dalla luna.*
    <in tre giorni ne cambiano di cose... Ora ho delle responsabilità. E' quasi mezzanotte e sarebbe davvero consigliabile tornare a Scuola. Dentro Conor...>
    *Leighton fece un gesto con la testa. Indicò verso la scuola con la testa. Un segno duro che non ammetteva repliche.*
     
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  7. Elizabeth Katherine Warren
     
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    Un sospiro uscì spontaneo dalle labbra rosee della Serpeverde appena sentì una bresca brezza attraversarla, si doveva ricordare di non stare più troppo tempo rinchiusa dentro quattro mura. Le due presero a camminare, sino al platano, dove incontrarono un altro, nuovo, compagno di casata. Nuovo per Elizabeth, almeno, non lo aveva mai visto, come la maggior parte degli studenti infondo. Restò impassibile, a circa un metro di distanza dalla compagna di casata. Chissà se il Serpeverde le avrebbe obbedito, ma, oh.. cosa pensava. Se avrebbe obbedito sarebbe stato un Grifondoro, altro che Serpeverde; però, chissà.. di eccezioni se ne trovano sempre, e anche di finti Serpe.

     
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  8. Conor Breandàn MacPherson
     
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    *La sua solitudine fu spezzata da Leighton-amica-dei-Grifondoro.
    La guardò scendere in direzione del Platano Picchiatore. La lunga chioma bionda oscillava ad ogni passo, il suo viso era allegro, quasi divertito; sembrava soddisfatta di qualcosa. Non gli ci volle molto per notare la causa del suo buon umore. Una spilla era fissata al suo petto, recava una grossa e luccicante “P”. Prefetto.*
    <<leighton! Anche tu qui?!>> *falso come un galeone di carta. In realtà non voleva la compagnia di nessuno, ma erano pur sempre sue compagne di casata.*
    <<no, nessuna ragazza. Sono ancora…>> *si avvicinò alla fanciulla, fissandola negli occhi.*
    <<…libero.>> *aggiunse in fretta, notando finalmente un’altra ragazza. Stava ad un metro di distanza da loro, era assai carina.*
    <<sono Conor Brandàn MacPherson.>> *si presentò, dopo che Leighton gli rivelò l’identità della fanciulla.
    Qualcosa era cambiato nella Serpeverde. Era più –possibile?!- Serpeverde. Forse si, oppure era la carica ad inebriarla e a renderla più arrogante? Comunque stavano le cose, quella Leighton iniziava a piacergli.*
    <<dimmi, Leighton…>> *la ragazza gli ordinò di rientrare, sostenuta dalla carica datole. Ovviamente, Conor non si sarebbe piegato.*
    <<… pensi davvero che rientrerò al castello solo perché col tuo scheletrico indice indichi la porta?!>> *era una domanda retorica. Non aveva la minima intenzione di piegare la propria volontà agli ordini del Prefetto di Serpeverde.*
     
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  9. Leighton Merster
     
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    <non lo so...Ma potrei costringerti a farlo...>
    *Estrasse la bacchetta dalla tasca e la puntò verso Conor.
    <petrificus Totalis!>
    *Doveva averlo colpito. Aveva E anche in incantesimi.*
    <credo proprio che ora mi seguirai... Caro Conor!>
    *Non prima di due giorni prima non avrebbe mai fatto una cosa del genere. Ma ora la stava facendo. E si sentiva bene come non mai!*
    < Ora andiamo dentro...Vieni Beth?>
    *Leighton era già diretta verso l'ingresso. Si voltò verso la ragazza. Avrebbe fatto la stessa cosa anche con lei se avesse opposto resistenza.*
     
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  10. Elizabeth Katherine Warren
     
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    Inarcò un sopracciglio, e non potè far a meno di sorridere di gusto quando usò l'incantesimo contro il Serpeverde. A quanto pare, con o senza volontà sarebbe entrato nel castello. Con passo calmo e piuttosto lento, prese a dirigersi tranquillamente nel castello, dando uno sguardo al cielo, prima di entrare.

     
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  11. Conor Breandàn MacPherson
     
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    <<Protego!>> *si stupì egli stesso della velocità con cui estrasse la bacchetta dalla tasca, per difendersi dall’incantesimo della stupida Serpeverde da quattro soldi.
    Fu veloce, ma non bastò a parere totalmente l’incantesimo che in parte gli immobilizzò il braccio sinistro. Alzò lo sguardo, pieno di rabbia, verso Leighton. Come hai osato?.
    L’avrebbe pagata cara.*
    <<questa non te la perdono, stupida Prefetta da quattro soldi. Ma guardati, sei la brutta copia di una Serpeverde e vai in giro a dettare legge? Ridicolo...>> *la fissò negli occhi. Poi, scrutò di sbieco la dama di compagnia che si era portata dietro. L’avrebbe pagata anche lei.*
    <<fa come credi!>> *si diresse verso il castello, a passo svelto. Non si voltò, ma sapeva che le ragazze stavano facendo la stessa cosa.
    Calpestò l’erba del parco, fino al portone di quercia. Quella stupida aveva scagliato un incantesimo contro un membro della sua stessa casata. Faceva la cattiva con i Serpeverde, anziché con i Grifondoro?! Assurdo*
     
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  12. Elizabeth Katherine Warren
     
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    Era una serata piuttosto fresca, quella, un bel venticello girava, forse perchè la notte precedente aveva piovuto incessantemente. I capelli color oro di Elizabeth svolazzavano qua e là, mentre lei camminava in direzione del Platano Picchiatore, la barriera, come lei la definiva. Superavi quello - cosa, diciamolo, impossibile- ed eri fuori Hogwarts. E se solo tentavi a superarlo eri morto. Quella sera indossava un pantaloncino corto a jeans, e una maglietta trasandata di colore verde, con alcuni ricami dorati su di essa e con, ovviamente, lo stemma dei Serpeverde al petto. Quella sera portava la matita agli occhi, e l'eylayner che le rendeva gli occhi più profondi di quanto già fossero di loro. Camminava senza importarsene del vento, per poi fermarsi a una quindicina di km dal Platano, che quella sera sbatteva i rami con fare calmo attorno a sè.

     
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  13. Leighton Merster
     
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    *Serata calda. Di quelle da passare all'aperto con gli amici. Solo che, quella sera, la prefetta di Serpeverde era sola.
    Il suo ciondolo a forma di diamante stilizzato brillava nella luce della luna. Uscì dal portone di Hogwarts e si diresse a passo svelto verso il Platano Picchiatore. L'ultima volta che era stata lì aveva quasi pietrificato Conor. Un sorriso le illuminò il viso. Si fermò improvvisamente a pochi metri dall'albero. Lo osservò. Era immenso e maestoso. Era l'albero più famoso di tutta la comunità magica. Se a Diagon Alley pronunciavi le parole Platano Picchiatore, le persone quasi rabbrividivano. Era anche l'abero più pericoloso di Hogwarts.
    Si sedette sul prato ad osservare l'albero. Rimase così alcuni minuti, poi si stese. Occhi al cielo. Le stelle negli occhi.*
     
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  14. Elizabeth Katherine Warren
     
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    Intenta a spostarsi una ciocca dal viso, la giovane Serpeverde intravide una figura sdraiata per terra ad osservare le stelle. Riconobbe la chioma bionda platino di Leighton, e con calma si diresse in quella direzione.
    Ehilà
    Disse, facendo un lieve cenno con la mano, a mò di saluto. La luna pareva essere l'unica fonte di luce, l'unica fonte che illuminasse.

     
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  15. Leighton Merster
     
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    *Sobbalzò. Non più di tanto, in effetti. Aveva riconosciuto la voce di Beth. Puntò i gomiti sul terreno si tirò su.*
    <ehi, anche tu fuori a quest'ora? Cosa ci fai?>
    *Guardò la compagna di casata. Quel giorno era particolarmente carina. Il turcco le donava. Donava a tutti. Eh, i miracoli della chimica! Quella sera la prefetta indossava un paio di pantaloni neri a sigaretta, una semplicissima canotta celeste pastello e un paio di ballerine dello stesso colore.
    Lanciò uno sguardo al Platano Picchiatore. Poi tornò a sdraiarsi.*
     
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