Remembrance

All'esterno del Serraglio Stregato

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    Professore di Cura delle Creature Magiche

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    Nonostante si avvicinasse l'autunno, il clima era piuttosto mite e tirava un vento leggero. Incredibile a dirsi, quel giorno ancora non aveva piovuto e Matt Dallas ne aveva approfittato per fare un giro a Diagon Alley.
    Non si sarebbe mai aspettato di tornare ad Hogwarts, nemmeno per accompagnare un eventuale figlio. A maggior ragione non se l'aspettava dopo la battaglia che era scoppiata in Aprile, la stessa battaglia che tanto aveva fatto parlare il Ministero e i suoi colleghi dell'Ufficio Regolazione e Controllo Creature Magiche. Molti, infatti, credevano che Hogwarts avrebbe chiuso per sempre. Proprio nel momento in cui il suo sogno di diventare professore di Cura delle Creature Magiche si stava dissolvendo nel nulla, Agnees Talula Wright lo informò dell'improvvisa morte di Alan Ezekiel per mano degli attentatori di Glamis; ne fu sconcertato. Il decesso di un uomo che tanto aveva stimato non fu mai un fatto così positivo. Mentre la preside lo informava della grave perdita, lo invitava inoltre a prendere il suo posto rimasto vacante. Inizialmente non seppe se esultare o piangere, rilesse più volte la lettera finché non decise di comunicarlo a tutta la famiglia, gli amici e compagnia. Una notizia così, dopo ben quattro anni di esperienza al Ministero come Addestratore di Creature Magiche, non se l'aspettava proprio. Quindi accettò e gli si chiese di stilare un programma ben dettagliato di tutti e sette gli anni. Gli ci vollero due settimane ma ne fu parecchio soddisfatto. In seguito comunicò il suo trasferimento al Capo Ufficio che non sembrò opporre resistenza: il Ministro infatti stava promuovendo da tempo svariate campagne per riuscire a riempire tutte le cattedre di Hogwarts, facendo pubblicità anche tra i suoi dipendenti. Qualche settimana prima dell'inizio delle lezioni si trasferì in un accogliente ufficio al primo piano del Castello: sarebbe stata la sua dimora per l'intero anno scolastico. Il suo sogno si era realizzato! Quelle che un tempo erano semplici professoresse, ora sarebbero diventate sue colleghe, nel caso della bombasexy Cooper, e dirigenti, nel caso della piccola Wright che aveva preso il timone. Venne a sapere che alcuni dei suoi ex professori, come il temuto Uthelm e Lloyd se l'erano data a gambe: ne fu parecchio deluso.
    Le lezioni erano iniziate. Matt aveva approfittato di una mattinata libera per recarsi al Serraglio, di cui era ormai diventato cliente abituale.
    «Orrivedersci!» disse, uscendo dal negozio con le mani impegnate. Aprì a fatica la porta con un piede e sgattaiolò evitando di farsi schiacciare. Sotto il braccio teneva una grossa gabbia di ferro vuota, nell'altra mano teneva un'altra gabbia che ospitava un piccolo esemplare di Fire Crab, un granchio dalla corazza gemmata. La creatura che era stata probabilmente appena sottratta dalla madre, strillava agitandosi, rischiando di cadere. Come se non bastasse, Matt teneva tra i denti una pergamena formato poster su cui spiccava il volto di Manticora che avrebbe usato per esporla nelle lezioni del settimo anno. Riusciva a stento a camminare, quando all'improvviso il piccolo granchio cominciò a sputare fiamme di fuoco dal didietro bruciacchiandogli i pantaloni. Il professore, allora, lanciò lontano la gabbia e fece cadere quella vuota.
    «Dannazione!» imprecò, spegnendo le fiamme con una mano. Il poster giaceva in una grossa pozzanghera ai suoi piedi.


    S L S: Scusa lo schifo
    Ho inaugurato il nuovo rel. Sì, l'ho fatto :))))))
     
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    Un giorno, non so dirti quando, ci rincontreremo io e te…Tu per la strada coi dischi, la spesa, io ancora ubriaco al caffè….
    Erano secoli che non usciva di casa. Il tempo era terribile già da settimane, e l’estate sembrava non essere mai arrivata. Che voleva, stava a Diagon Alley, mica a Copacabana.
    Tuttavia, le scorte di cibo erano terminate già da un pezzo, ed onde evitare di diventare trasparente pensò bene di recarsi ad acquistare qualcosa da sgranocchiare. E anche il celeberrimo cd di Laetitia D’Altorio, che si era finalmente decisa ad acquistare. Fino a quel momento l’aveva boicottata perché detestava il suo taglio di capelli, ma ora le sembrava un pretesto inutile per fare ostruzionismo, e si arrese.
    Lungo il percorso di ritorno a casa, un’abominevole catapecchia che coi primi guadagni stava cercando di rendere quantomeno abitabile, passava abitualmente davanti al Serraglio Stregato. In realtà non ci aveva mai messo piede, ma tutte quelle creature urlanti la inquietavano parecchio. Non ci sarebbe mai entrata, né ora né mai. E poi il suo lavoro era un altro, e le piaceva tantissimo.
    Tuttavia, quel giorno pare che stesse avvenendo qualcosa di strambo lì davanti. Un amante delle creature magiche (e chi sennò, vista la quantità industriale di nuovi acquisti al Serraglio) si dimenava tra gabbie e piccoli mostriciattoli –non ci aveva mai capito niente di creature magiche-, mostrando non poche difficoltà.
    E ovviamente, colta dallo sconforto del soggetto decise di poggiare un attimo le borse della spesa e correre in suo aiuto, e senza nemmeno pensarci per prima cosa raccolse la gabbia vuota, quindi notò un poster in una pozzanghera e si fiondò a recuperarlo, sperando non fosse troppo tardi.
    << Ti sei fatto male? Queste sono le tue cose >> e, solo una volta riposti gli oggetti davanti a lui, lo guardò in faccia.
    Questo viso non mi è nuovo

    Edited by ashleì. - 18/9/2014, 01:50
     
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    Avrebbe potuto benissimo far levitare gli oggetti di fronte a sé, in fila indiana e non sarebbe successo niente di tutto ciò. Ogni tanto ripensava alle parole della professoressa O'Plumb quando frequentava il primo anno «Sicuro di non essere un magonò, signor Dallas?»; chissà, forse aveva ragione. Aveva passato anni a cercare di migliorare la propria concentrazione, il proprio equilibrio, ma non c'era proprio niente da fare, in fatto di ragionamento(e di equilibrio, ribadisco) - a meno che non si parlasse di Creature Magiche - era un completo disastro. Nel momento in cui cercò di rimediare al disastro estraendo la bacchetta dalla tasca, una donna venne in suo soccorso porgendogli la gabbia vuota e la pergamena. Perplesso, prese gli oggetti dalle sue mani e con un tocco di bacchetta li sollevò in aria. Prima ancora di rivolgere lo sguardo alla donna - che parve di riconoscere con stupore -, decise di placare il piccolo granchio che sputacchiava incontrollato lingue di fuoco da cinque minuti a quella parte. «Immobilus», con un gesto della bacchetta la creatura cominciò a volteggiare esanime nella gabbia, come intrappolato in una bolla. Mentre riponeva la bacchetta nella tasca posteriore dei pantaloni, rivolse lo sguardo alla figura misteriosa. Si prese tutto quel tempo per un preciso motivo: senza nemmeno guardarla in volto, ma solo dal buon gesto, dall'andatura e dalla voce l'aveva riconosciuta. Non poteva essere altri che Ashley Smith, la ragazza con cui era stato fidanzato per ben tre anni, prima di concludere la relazione per un capriccio. Sì, era lei. Non era cambiata, forse aveva solo un'aria più matura, ma nel frattempo anche più trasognata e vaneggiante. Non aveva perso l'antico fascino per il quale si era profondamente innamorato. «G- grazie» balbettò con un sorriso. Matt riteneva fosse una situazione altamente imbarazzante e non vedeva l'ora di sparire. Puf. O meglio, crac.
    «Vedi..» continuò, senza guardarla negli occhi «Io... Il Firecrab... Brucia sai?» indicò la bruciatura sui pantaloni con una breve risatina isterica. Con un cenno di disgusto indicò la gabbia con la Creatura immobilizzata e rise ancora, questa volta esagerando fino a fingere. Davanti o dietro la cattedra la situazione non era cambiata: timido fu e timido era rimasto. Era comunque strano per una qualunque normale persona provare imbarazzo di fronte ad una persona che conosceva così a fondo. In realtà avrebbe voluto intrattenere un discorso, conoscere la sua nuova vita e sì, non vedeva l'ora di riferirle il suo nuovo incarico. Quante volte l'aveva sopportato quando le parlava di Cura delle Creature Magiche e di quanto avrebbe desiderato insegnarla. Ma quel sovraccarico di emozioni glielo impedì di netto. La conosceva troppo bene: sapeva avrebbe fatto la prima mossa.
     
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  4. ashleì.
     
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    Quando riconobbe in quel corpo sciupato quel paio d’occhi inconfondibili, rimase letteralmente pietrificata.
    << M-m-mm-MATT! >> giusto qualche attimo per un ghigno nevrotico isterico << Quanto tempo! >>
    Le labbra si muovevano appena, era riuscita a pronunciare bene solo il suo nome. Manco a farlo apposta, in quel periodo si era ritrovata spesso, nel suo buco di mondo, a pensare a lui. Non recriminava nulla del passato, se non il fatto di non averlo affrontato a viso aperto quando c’era da intavolare il suo problema di gelosia. Ultimamente si chiedeva spesso cosa sarebbe successo se fosse stata veramente trasparente a quei tempi. Eppure era sempre stato suo padre a farglielo presente: non smetteva mai di ricordarle che quello era un rimpianto bello e buono, a sua detta “uno sbaglio imperdonabile”. Tuttavia suo padre simpatizzava anche troppo per Matt, quindi Ash aveva archiviato la questione con un “il passato è passato”. Ma quel “il passato è passato” adesso non bastava, perché lui era lì, di fronte a lei, con gli occhi pieni di terrore e nervosismo.
    Un turbinio di sensazioni si scatenò improvvisamente dentro di lei, come se il passato fosse venuto a farle visita proprio quando meno se lo aspettava. Come se Matt Dallas fosse stato catapultato da un universo parallelo dentro la sua realtà per decisione di un’entità a tutti sconosciuta. Come ci fosse arrivato non importava, era lì. E lei non sapeva che dire, che fare, come e se scomparire come aveva fatto lui dopo l’ultimo bacio.
    Fece un salto indietro quasi a volersi schiodare a forza da quello stato di immobilità totale, rompendo gli indugi e scandendo bene le parole: << Firecrab? Io te l’ho sempre detto che solo un pazzo può avere a che fare con questi mostriciattoli! >>
    Per la prima volta dopo anni gli sorrise sinceramente, guardò la leggera ustione al fondoschiena e scoppiò in una fragorosa risata. Tutti i passanti si girarono impressionati da quel frastuono, e una volta compresa la situazione (Ashley Smith era proprio pazza) tornarono alle loro cose, come se niente fosse accaduto.
    E invece, quello era un evento: quei due erano stati messi lì, in quell’istante, non di certo per caso. Cosa ne sarebbe uscito?
    Quando finalmente smise di ridere, capì che poteva essergli d’aiuto. << Indulgo >>

    Occhi negli occhi diremo qualcosa sul tempo che va, senza il coraggio di chiederci quanto è costata la felicità!
    Ashley non sapeva se quello fosse il momento giusto per rompere il ghiaccio in qualche modo: dopo la morte della madre gran parte della sua spontaneità e della sua incoscienza si erano assai smussate, fino a farle maturare l’idea che forse darsi un contegno non era proprio una brutta idea. E quindi rimase muta, senza blaterare frasi sulle condizioni meteorologiche di settembre giusto per intrattenere conversazione.
    Per la prima volta tra quei due vi fu un silenzio profondissimo, ma lei lo avvertiva: quei due volevano dirsi tutto, fino in fondo, chiudersi in una camera a parlare per ore, per giorni, per settimane, vincendo quello strano imbarazzo nel quale non avevano potuto evitare di cadere. Gliela avrebbe voluta raccontare, lei, la sua realtà, e dirgli che gli mancava un casino, che gli voleva un gran bene, di quanto fosse desiderosa di saperlo felice anche senza di lei. In fin dei conti quei due non si possedevano, perché non si può possedere la vita di chi ami. Ma avevano condiviso un lungo percorso assieme, camminando su due soli piedi.

    Edited by ashleì. - 18/9/2014, 01:50
     
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    « Evanesco » con un tocco di bacchetta fece scomparire nel nulla la gabbia vuota e la pergamena precedentemente arrotolata. Nel frattempo continuava a sorridere a quel remoto ritrovamento, pensando a quanto tempo fosse passato e a quante volte avrebbe voluto scriverle un gufo per informarla sulla sua nuova attività. Era quasi convinto che nessuno come lei avrebbe mostrato tanto stupore venendo a sapere di quella buona notizia, per questo voleva dirglielo e subito. Tuttavia si rese conto che accennarglielo sul posto lo avrebbe fatto sentire un po' megalomane e quasi superbo, per cui decise che avrebbe preferito prima intrattenere una discussione.
    Ashley lenì il dolore della ferita provocata dal piccolo granchio con un incantesimo, la ringraziò e cominciò a pensare a qualcosa che avrebbero potuto fare. Si guardò attorno: non aveva mai adorato le locande puzzolenti di Diagon Alley, quindi si augurava di trovare un altro posto dove avrebbero potuto chiacchierare di fronte ad un succo di zucca. Alzò lo sguardo e proprio di fronte a lui, infondo alla via, intravide l'insegna fiammeggiante di Dolci&Dolcetti by Seamus: un bel gelato era un ottimo spunto per rivangare nel passato e rivolgersi al presente.
    Avrebbe tanto voluto far scomparire anche la gabbia con il fire crab, ma purtroppo non gli era possibile a meno che non avesse voluto far soffocare la creatura. Si inchinò sulla gabbia in ferro e poggiò la punta della bacchetta su di una sbarra. « Hai dieci minuti? » le chiese, guardandola dal basso « Insomma, per un gelato ». Una pioggia di scintille blu elettrico rivestì il granchio che divenne immediatamente invisibile a tutti: non voleva allontanare i clienti seduti ai tavoli dopo aver notato di che tipo di creatura si trattasse.
    Imbracciò la gabbia e avanzò lentamente. « Come mai da queste parti? » le chiese, osservando ogni suo gesto. Seppur fosse rimasta la solita pazza, Ashley aveva un'aria un po' sciupata e meno solare. Non metteva in dubbio che il lavoro la stressasse, anche se ancora non sapeva che incarico stesse ricoprendo, ma nel frattempo si chiedeva se ci fossero cause estranee. Magari si era appena lasciata con un altro ragazzo, magari si era pianta su se stessa per aver mollato Matt. Lo avrebbe scoperto
     
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  6. ashleì.
     
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    Hai dieci minuti? Insomma, per un gelato. Quella frase continuava a rimbombarle in testa come un martello pneumatico. Era stato proprio lui ad interrompere quel silenzio che da profondo era diventato oltremodo imbarazzante. Meglio così, si rincuorò Ashley, che nel frattempo era stata invitata dal suo ex fidanzato fuori per un gelato.
    In realtà sarebbe dovuta tornare a casa per riporre il contenuto della spesa al proprio posto, ma mai avrebbe avuto il coraggio di invitarlo in quella catapecchia fatiscente, nemmeno solo per un the. Quindi, fece per localizzare le borse e…
    << PER LE MUTANDE CONSUNTE DI MERLINO, RAZZA DI MOSTRICIATTOLO! RIPORTAMI SUBITO LE BORSE DELLA SPESA! >> lanciandosi in una corsa malsana, vide che non c’era modo di raggiungere quel giovane teppistello che ormai si era allontanato con tutti i suoi viveri settimanali. Ecco, quella era la realtà che le mandava un segnale: prima di tutto, che avrebbe vissuto di stenti per un’altra settimana – un’astrologa in erba non poteva permettersi di ricomprare due volte la stessa spesa -; e poi, che quel gelato lo doveva accettare per forza. In fondo le faceva piacere. E Matt non avrebbe mai visto dove abitava, per fortuna.
    << S,si >> abbassò lo sguardo colpita dal suo. Quegli occhi li avrebbe riconosciuti tra milioni e milioni, eppure in quel momento non aveva il coraggio di fissarli. Sensi di colpa? Farfalle nello stomaco? Per il momento nello stomaco ci voleva solo un bel gelato.
    << T-t-tornavo a casa, ERO andata a fare la spesa >> rispose tenendo ancora gli occhi bassi << Ma a quanto pare puff!, non c’è più! >> e senza nemmeno accorgersi di ciò che stava per fare tornò a guardarlo negli occhi; impossibile trattenere un sorriso. In tutto il tempo passato insieme a lui, si era sempre divertita tantissimo, mai si era annoiata. Certo avevano discusso, ma che amore è se non è litigarello?
    Sai, certe volte ci passo il mio tempo a invecchiare con te, vivere per le abitudini come due inglesi all’ora del the…
    Fece per incamminarsi verso Seamus. La testa le frullava di pensieri, e lei quei pensieri non riusciva proprio a fermarli. Avrebbe desiderato prenderlo per mano, ma pareva eccessivo per due che non stavano più insieme da anni. Quindi rimase in silenzio, aspettando che Matt facesse un altro passo. Stavolta era stato lui a prendere l’iniziativa, sembrava strano.
    Ma com’è possibile che non riesci più ad essere spontanea con lui? Che ti prende? Siete ancora amici, eh! Non riusciva a capire il motivo di quel comportamento, ma stava durando anche troppo.
    << Con molto piacere >> non riuscì a dire altro, certa che l’andazzo di quella che ormai era una rimpatriata tra ex di lì a poco sarebbe cambiato.

    Edited by ashleì. - 18/9/2014, 15:57
     
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    Ashley si comportava in modo strano. Sì, prima era decisamente più aperta, spacciata, non la riconosceva quasi più da quel lato. Forse era solo una fase, magari era in imbarazzo e provava qualche senso di colpa per la sfacciataggine con cui l'aveva lasciato. Prima ancora che lei potesse accettare il suo invito, fu sopraffatta da un teppistello che, approfittando della situazione, le rubò le buste della spesa che portava con sé. Matt brandì in fretta la bacchetta per fermare il piccolo criminale, ma si bloccò quasi subito guardandosi attorno. Maghi e streghe che passavano di lì si erano fermati a guardarlo; schiantare un ragazzino per un furto non l'avrebbe fatto passare inosservato, nemmeno di fronte alla Corte del Wizengamot. Ripose in fretta la bacchetta mentre i passanti si dileguavano in silenzio e il piccolo scompariva dietro l'angolo. « Mi dispiace.. » commentò sconsolato il professore fissandola. Nonostante ciò Ashley non sembrava così dispiaciuta: « Magari si è arricchita, » pensò Matt « e quindi per lei non è stata una grande perdita ». Questi pensieri lo portavano a far riaffiorare in lui la curiosità di scoprire cosa faceva nella vita e come se la stava cavando. L'unica cosa che ricordava, infatti, era che sarebbe voluta diventare un'Astrologa, ma nella vita non si sa mai, si può sempre cambiare idea. Quando la Smith accettò l'invito i due cominciarono ad avviarsi verso Dolci&Dolcetti. « Quindi.. » iniziò, dopo uno o due minuti di silenzio « cosa fai ora nella vita? ».
    A quel punto raggiunsero la gelateria e Matt prese posto in un tavolino all'esterno dal momento che il tempo ancora lo concedeva. Lasciò la gabbia sotto il tavolo e le sorrise. Sembrava una vera e propria uscita, come se ancora fossero assieme. Peccato che non era più così.
     
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  8. ashleì.
     
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    Quante domande impaurite ci siamo scambiati io e te, quante risposte smarrite in un attimo senza capire perché un uomo e una donna non sanno pensare una vita a metà, ma quando finisce davvero l’amore ancora nessuno lo sa!
    << AAAAH, NON TI PREOCCUPARE >> si sbrigò a replicare con un grosso sorriso << L’andrò a rifare, che saranno mai pochi spiccioli di spesa! >> pensò che era meglio fingere che non fosse successo niente, Matt non avrebbe mai dovuto sapere che ora era lei a doversi guadagnare la pagnotta per sé, e che questo le riusciva con scarso successo. Chissà cosa ne avrebbe pensato. Cambiò quanto più in fretta possibile l’argomento, onde evitare di apparire preoccupata per l’accaduto.
    << Io sono una grandissima astrologa! Mi sono realizzata. Guarda! >> indicò il pannello appeso al muro antistante Dolci&Dolcetti, dove appariva una bellissima Ashley tutta sorridente e con una sfera in mano.
    << Studio magico Smith, dove potrai sapere se i tuoi sogni diventeranno realtà! >> e, dopo aver pronunciato la frase con voce suadente, di quelle che ai babbani piace sentire nelle pubblicità, guardò il ragazzo negli occhi e scoppiò a ridere.
    << Pare che queste cose funzionino coi babbani, poi non so eh, ma vedo che da quando ci sono questi terribili manifesti su muri e giornali qualcuno entra in studio. >>
    Buonasera signori! Cosa ordinate? una voce molto calda si insinuò tra i due.
    << Per me unsuccodizuccaeungelatogustopannaegelatinetuttiigustipiùuno! >> rispose tutto d’un fiato, lasciando sbalordito il cameriere che solo a fatica riuscì a prendere l’ordine. Aveva messo piede da Seamus solo da pochi minuti e già era come se fosse tornata bambina a tutti gli effetti.
    Diede quindi un’occhiata alla gabbia sotto il tavolino, quella creatura – pareva si chiamasse Firecrab – sembrava scomparsa; sapeva che Matt l’aveva nascosta con un incantesimo per non spaventare i presenti. Matt era sempre stato un ragazzo brillante. Lo amava anche per questo.
    << E tu invece, che mi dici? Ancora alle prese con le creature magiche, deduco >> sapeva che dopo il diploma era diventato addestratore, ma dal suo modo di porsi e dal suo tono di voce molto più sicuri di una volta suppose che ci fosse qualche novità.
    Dopo tanto tempo si sentiva di nuovo a casa, come se quello fosse il suo posto nel mondo. Ora era serena, cominciava a sentirsi decisamente più a suo agio e, come al solito, la figura di quel ragazzo ormai uomo la tranquillizzava. Sentiva di riprendere le sue membra, di tornare ad essere veramente se stessa: quel ragazzo non aveva comuni poteri magici, quel ragazzo aveva il potere di renderla felice.

    Edited by ashleì. - 18/9/2014, 22:06
     
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    La Gelateria da Seamus era un luogo molto accogliente. I tavolini che erano disposti all’esterno del negozio stavano al centro di una delle principali vie di Diagon Alley e venivano evitati dal continuo viavai mattutino. Quella piccola cittadina era in grado di raccogliere le specie più strambe di maghi e streghe e Matt poteva affermare di aver visto Creature ancora sconosciute al Mondo Magico uscire dai cappotti di vecchi viandanti o grugnire da gabbie dalle forme più strane. Tuttavia, quel giorno, la sua attenzione stava tutta su Ashley che con orgoglio gli indicava il negozio che aveva allestito per la sua carriera da Astrologa. Come aveva fatto a non notarlo prima? Si trovava proprio di fronte alla gelateria e l’enorme insegna raffigurava una Ashley impegnata a giocherellare con una sfera di cristallo. Quando le rivolse uno sguardo, quella le fece un occhiolino. Il professore rise di gusto e si chiese quanti clienti avesse convinto con quell’insegna.
    « Sapevo lo saresti diventata, » commentò Matt con un cenno della mano « insomma, hai tutte le capacità per fare quel tipo di lavoro ». Lo credeva veramente: la maggior parte delle Astrologhe che aveva visto o di cui aveva sentito parlare erano streghe dalle abitudini strane, come d’altronde lo era lei. Unica eccezione fatta per la loro ex Professoressa di Divinazione a Hogwarts, la Aitken, che era sempre stata tremendamente normale. Il discorso fu però interrotto dall’arrivo del commesso che chiese loro cosa avessero voluto ordinare. « Per me un cono gusto Cioccorana. Ah, e una spruzzata di Mosche al Caramello » rispose l’ex Corvonero, consegnando le liste magiche al cameriere che si polverizzarono in un secondo.
    Quando il cameriere fu lontano, Matt notò che l’altra aveva dato un’occhiata alla gabbia vuota ai loro piedi. « Incantesimo di Disillusione, » la informò « sono ottimi in queste occasioni ». Ci aveva messo parecchio ad imparare a Disilludere anche solo una mosca, ma fortunatamente fu aiutato da un amico del Ministero che si era offerto di fargli da mentore. Doveva parecchio agli anni da Addestratore.
    « E tu invece, che mi dici? Ancora alle prese con le creature magiche, deduco » chiese lei. Matt abbozzò un sorriso dal momento che non vedeva l’ora glielo chiedesse. Furono di nuovo interrotti dall’arrivo dell’ordine e di una piccola cassa in legno che levitavano lentamente verso di loro. I gelati si posarono delicatamente tra le dita di entrambi, mentre la cassetta continuava a galleggiare nell’aria oscillando qua e là. Su di essa c’era solo un piccolo taglio come quello di un salvadanaio.
    « Quattro Falci e sette Zellini, prego » annunciò la cassa, ad un tratto. I due, che erano abituati a quei determinati tipi di strumenti magici, non si stupirono affatto e Matt cominciò a rovistare nella tasca interna del suo mantello. Estrasse una moneta da cinque Falci e la lasciò cadere nell’apertura. La cassa sputò il resto, una miriade di piccoli Zellini, e se ne andò silenziosa lasciandoli nuovamente soli.
    Il giovane non aveva di certo perso il filo del discorso, ricordava benissimo di cosa stessero parlando; per cui riprese immediatamente. « Beh, io non lavoro più al Ministero… » rispose lui con un sorriso « Mi hanno assunto ad Hogwarts come professore di Cura ». Non sapeva se si ricordasse quanto aveva desiderato diventarlo, ma decise di non aggiungere altro. Non sapeva nemmeno se leggeva la Gazzetta del Profeta e se era venuta a sapere della battaglia di Hogwarts. « Sai, Ezekiel non c’è più e… Hanno chiesto a me » aggiunse più tardi, melanconico « Non hai idea di quanto sia contento ».
    Rivangando nel passato, Matt si ricordò che il suo vecchio migliore amico e Ashley erano fratellastri. Tuttavia oramai i due non si incontravano da un pezzo; chissà a che punto era nella sua carriera da Auror. « Come sta Christopher? » le chiese, quindi, divorando le Mosche del suo gelato « E’ Auror? ». Suo fratello, Brian, invece, aveva ambizioni ben più grandi del fratello: adorava la politica e di conseguenza sarebbe voluto entrare a far parte della corte del Wizengamot e magari chissà, diventarne un giorno Capo.
     
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  10. ashleì.
     
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    Non appena seppe la notizia, la giovane con la massima spontaneità e come se niente fosse lo abbracciò calorosamente, così calorosamente che pareva volesse stritolarlo. Il suo volto si aprì in un’espressione di gioia mai vista. Era da tempo che tutto il mondo magico sembrava sprofondare nell’inquietudine, nell’insicurezza, nella paura. E invece, una bella notizia quel giorno c’era. Matt era riuscito a realizzare il suo sogno: diventare insegnante di Cura delle Creature Magiche ad Hogwarts.
    << Sono felicissima per te! So che li hai corrotti ma….Eddai sto scherzando! Non ci posso credere! Tu, insegnante? Ma allora possono insegnare proprio tutti! >> e si sciolse in una dilagante risata.
    Ashley quindi tornò composta, ma non desistette dal prenderlo in giro.
    << Mi raccomando però, stai attento alle alunne ninfomani >> disse sventolando l’indice in segno di raccomandazione, continuando a ridere sempre più sonoramente.
    E fu allora che i rispettivi sguardi si incrociarono. Entrambi sapevano bene cos’era successo lo scorso aprile. Ashley abbassò lo sguardo.
    << Mi dispiace per Ezekiel, la preside e tutti gli altri. E’ stata una tragedia per tutti. Ma ora è il momento di sostenere Hogwarts come non mai. E di sostenere la nuova preside Wright perché a lei è toccato un compito ingrato. >> Nessuno si sarebbe voluto trovare al posto dell’insegnante di Erbologia. Pensò a quanto fosse paradossale il fatto che a loro fosse richiesto sostenere Hogwarts dopo alcuni anni dal diploma, quando ognuno aveva il suo lavoro, più di quanto non fosse loro toccato durante i sette anni vissuti lì dentro. Per Hogwarts era un momento difficile, ma Ashley sperava con tutto il suo cuore che risorgesse e che si presentassero quanto più studenti possibili. Nessuno poteva giurare che la scuola non fosse più in pericolo, ma c’erano ancora professori brillanti, tra i quali da quest’anno anche l’ex Corvonero professor Dallas.
    << Christopher l’ho sentito poco dopo la battaglia, della quale mi ha riferito cose a dir poco terribili. Ora è in convalescenza, sta recuperando piano piano le forze. Ma sta bene. >> Avrebbe voluto raccontargli anche della situazione tra suo padre e la mamma dell’Auror, ma non la reputò in quel momento una conversazione interessante, anche perché presto avrebbe ricevuto l’invito del matrimonio. Preferì non svelargli nulla, sorvolando l’argomento.
    Alzò per un attimo lo sguardo, e tornò ad illuminarsi per un momento<< Sai, ho una bella notizia anche io. Mi hanno offerto di diventare assistente di Divinazione ad Hogwarts >> avrebbe voluto tanto fare dell’ironia anche su questo, del tipo si vede che erano a corto di professori e cose così, ma non vi riuscì. Di scatto, spezzò la frase a metà e tornò a guardare in basso.
    << Ma non sono sicura di voler accettare >> A quanto pare i casi erano due: o le sue aspirazioni non erano più le stesse, o qualcos’altro la tratteneva dall’accettare l’incarico. Se avesse occupato il posto da assistente, si sarebbe ritrovata Matt tutto il giorno tra i piedi. Non che le desse fastidio, anzi, il contrario. Ma c’era la possibilità che stesse condividendo la sua felicità con qualcun’altra. Come sarebbe stato in quel caso? Era stata gelosa del nulla, figuriamoci come avrebbe reagito secondo questa ipotesi!
    Pensare per un attimo di averti ancora, se avessimo una vita in più! Chiamarti prima di dormire come allora, solo per dirti una volta in più: I love you!

    Ma il motivo in realtà non era solo quello.
    << Matt, mi sto babbanizzando>> sospirò << Non so perché, ma è dal diploma che uso la bacchetta solo sporadicamente. E’ come se la reputassi un pugnale. Anche prima, quel ragazzino con le buste della spesa...Non avrei mai nemmeno potuto immaginare di immobilizzarlo, ecco…Non so come dirtelo, ma non mi sento più una strega.>>
    Dalla morte di sua madre, in effetti, erano cambiate parecchie cose. Già dal settimo anno Ashley aveva evitato tutti i duelli, superato i M.A.G.O. di incantesimi con un voto appena sufficiente e chiuso quasi ogni relazione con la sua bacchetta.
    << Prima di oggi pensavo addirittura di portarla per abitudine o, che so, per difesa. Non mi capacito di come possa essere accaduto. Sai quanti babbani ucciderebbero per essere maghi? >>
    Non era per niente un bel periodo per Ashley, lontana da casa da troppo tempo, con pochi soldi in tasca, gli amici chissà dove, e l’ex fidanzato molto probabilmente felice e contento con un’altra. Ma per lei il tempo si era fermato. Come se tutto fosse rimasto tale e quale dal giorno del diploma.
    Un senso sconvolgente di tristezza fece sì che la giovane si ritrovasse con il viso lacrimante nel bel mezzo della giacca del ragazzo. Sapeva che non avrebbe provato compassione per lei, la conosceva troppo bene. Ed era proprio per quel motivo che in quel momento era solo ed unicamente la Ashley che conosceva fin da quando era bambino.
     
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    Le Mosche al Caramello che fino a qualche momento prima ricoprivano il suo gelato erano finite. Ora Matt tenendo il dito a distanza creava piccoli vortici sulla superficie, distratto. Il suo gioco si concluse quando Ashley lo stritolò in un caldo abbraccio che gli dimostrava quanto fosse felice di sapere il suo nuovo incarico. Matt ne fu - a dir poco - soddisfatto, e sorrise alle sue parole nonostante stesse mettendo in dubbio le sue capacità nell'educazione degli studenti. Sapeva che stava scherzando e per questo poco gliene importava.
    « Mi raccomando però, stai attento alle alunne ninfomani » aggiunse l'ex Grifondoro, agitando l'indice. Il professore rise e rispose quasi subito, con tono sarcastico « Ci farò attenzione! ». Alla fin fine Ashley era la stessa ragazzina spiritosa che aveva conosciuto il terzo anno ad Hogwarts.
    Le sue tesi erano confermate: sapeva tutto della battaglia, e dopo aver confessato di essere dispiaciuta per la morte di Ezekiel e gli altri, affermò di voler sostenere il castello in tutti i modi. Matt la pensava allo stesso modo, soprattutto ora che si trovava al posto di quei poveri maghi che avevano perso la vita per difenderla con tutti i suoi studenti. Li avrebbe riscattati con le unghie e con i denti impegnandosi al massimo, così da poter dare un forte contributo alla sua rinascita.
    Ashley lo informò che Christopher, il suo caro vecchio amico, si stava lentamente riprendendo. Non conosceva il motivo della sua convalescenza, ma preferì non chiederle nulla, fingendo di sapere perfettamente cos'era successo. Cosa avrebbe pensato se no? Prima o poi sarebbe andato a trovarlo al Ministero, sperando in una reazione positiva.
    Rotto il ghiaccio e recuperata l'antica confidenza, i due chiacchieravano ormai affiatati, come in passato, con la sola differenza che erano semplici amici. In effetti non erano mai stati amici più di un mese, nemmeno dalla prima volta che si erano incontrati. Matt era un tipo molto indifferente e poco romantico, da un lato, e non stava nemmeno lontanamente pensando che i due un tempo erano fidanzati. La vedeva semplicemente come una grande amica, una di quelle che conosci così intimamente da poterle riferire tutto. Non gli passava nemmeno per la testa di pensare al fatto che tra i due sarebbe potuto succedere qualcosa. Finché lei non gli riferì che probabilmente sarebbe diventata assistente del professore di Divinazione; se fino a quel momento i due vivevano in due mondi completamente diversi e avevano solo una remota possibilità di vedersi, a quel punto il suo mondo crollò.
    Matt rimase a bocca spalancata. « Ma è una bellissima notizia! Perché non me l'hai detto subito?! » esclamò il giovane, quasi ribaltando il tavolino a cui erano seduti. Per un attimo il suo sguardo cadde sull'insegna che la ritraeva interamente: cosa ne sarebbe stato della sua bottega? Non ebbe tempo per parlare, quando lei aggiunse sconsolata « Ma non sono sicura di voler accettare ». L'ex corvonero la osservò perplesso, in silenzio, dal momento che non sapeva cosa dire. Lei lo anticipò, confidandogli che oramai non riusciva più a sentirsi una strega: era come se la sua vita fosse tornata normale dopo il lungo sogno di sette anni chiamato "Hogwarts". Anche Matt dopo i suoi M.A.G.O. temeva di ricadere nella normalità, ma fino a quel momento era stato fortunato a trovare lavori che gli permettevano di stare a contatto con le Creature. Il suo umore mutò drasticamente, da radiosa e solare che era divenne immediatamente triste: doveva consolarla, anche se non riusciva a trovare le parole per farlo. Lei rimediò, immergendo il volto singhiozzante nel mantello del Professore, che cominciò a carezzarle i capelli. « Non pensi che Hogwarts sia un buon punto di inizio per una vita nuova? » le chiese sottovoce, scostandole i capelli dagli occhi e asciugandole le lacrime con il pollice « Lì di magia ce n'è fin troppa! ». A quel punto Matt le prese delicatamente il viso con la mano e fece sì che i loro sguardi si potessero incontrare. La studiò nel profondo dei suoi occhi verdi, verdissimi e scoprì che non aveva mai smesso di piacergli. Più volte si era immaginato di averla affianco per il resto della sua esistenza, ed era stato un pensiero piacevole, caldo come il suo abbraccio. Se lei fosse tornata ad Hogwarts quel desiderio si sarebbe potuto avverare, una volta per tutte. Lentamente si avvicinò alle sue labbra e la baciò con uno schiocco. Rimase in quella posizione per qualche secondo, in modo da poterla fissare negli occhi. Nel frattempo il suo gelato, che teneva a distanza con l'altra mano, era quasi completamente sciolto e le gocce al gusto Cioccorana che toccavano il terreno si stavano gradualmente trasformando in piccole ranocchie gracidanti.
    « Mi sei mancata » concluse con un enorme sorriso.
     
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    Qualsiasi tipo di dubbio svanì nel momento in cui lui la guardò negli occhi.
    Qualsiasi tipo di paranoia, paura, insicurezza si dissolse nel momento in cui lui la baciò.
    Matt Dallas non era mai stato un romanticone, ma a lei questo piaceva. Aveva passato tanti anni a detestare le coppiette melense, pensava che si rifugiassero nelle coccole per la mancanza di argomenti da trattare. Tra loro due era diverso. Era una cosa tra adulti, cavolo! Lo era sempre stata. O almeno, lo era stata fino a che non è impazzita e l’ha lasciato accecata dalla gelosia. E ora lo aveva accanto, in tutti i sensi. Non c’era nessun altro, se non loro due. In fin dei conti, il passare degli anni aveva assopito forse la voglia di cercarsi, non di certo quella di stare insieme.
    E allora le tornò in mente di quando si trovavano nella stanza delle necessità. Matt aveva fatto in modo che mille foto che li ritraevano insieme svolazzassero attorno a loro. Fu lì che aveva capito cosa lui significasse per lei. E fu da Seamus quel pomeriggio d’autunno che realizzò che non era cambiato niente da quel giorno.
    Avrebbe accettato quel posto prima di tutto per sé, per mettersi alla prova e riprendere il rapporto con la sua bacchetta. Come poteva aver dimenticato che era stata proprio essa a sceglierla dodici anni prima?
    << Beh, dipende da che tipo di vita nuova intendi. Insomma, guardami, la mia bottega tutto sommato va avanti a stenti da sempre, mi faccio rubare la spesa da un moccioso di dodici anni e sono terribilmente sola. Garantiscimi che sarà meglio di questa >> Finalmente tornò a sorridere, tornò a guardarlo ma stavolta non si rese conto che quegli occhi dicevano tutto. Quegli occhi che si erano spogliati di ogni vergogna e che ora parlavano al posto suo: “è una vita con te o senza di te?” In fondo sapeva che non avrebbe retto se lui le avesse detto “siamo solo amici”. Trasalì al solo pensarci. Insomma, che diavolo voleva dire quello che Matt aveva fatto?
    C’era veramente la necessità di definirlo?
    Un giorno, non so dirti quando, ci rincontreremo io e te, forse ridendo davanti alle stesse parole…
    << Mi sei mancato da morire >> quindi cadde di nuovo fra le sue braccia con la stessa naturalezza con cui le gocce gusto Cioccorana toccavano il terreno.
     
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    Avrebbero potuto cominciare una nuova vita assieme e lo scenario sarebbe stato lo stesso: Hogwarts. Quanti sorrisi, quanti baci e quante carezze si erano scambiati tra quelle possenti mura di pietra e quanti ricordi erano sepolti nel castello. Non sarebbe stato difficile per loro rivivere la felicità passata, guardarla con occhi diversi, con gli occhi di due ragazzi troppo cresciuti.
    « Ti prometto che sarà migliore » le rispose, continuando ad affondare le dita nei capelli morbidi della donna. Era ovvio che volesse tornarci assieme, ma per lui non sarebbe stato facile dirglielo esplicitamente, timido com'era. Per cui decise che glie l'avrebbe fatto capire con qualche bacio e qualche abbraccio. Era sicuro che lei l'avrebbe compreso, lo conosceva talmente bene che non ci sarebbe stato bisogno di una Strillettera. Lacrime nere le solcavano le guance, ma per quanto Matt provasse a rimuoverle con un dito, quelle non se ne andavano. Le stampò un altro bacio, quando - ad un tratto - si sentì una fastidiosa puzza di bruciato. Il professore annusò l'aria con aria circospetta e si guardò attorno, prima di rendersi conto che il suo Fire Crab era di nuovo in azione. L'incantesimo che aveva utilizzato per immobilizzarlo doveva essersi concluso e quello, più infuriato che mai, aveva deciso di sputare fuoco dal didietro. Matt guardò terrorizzato sotto il tavolo: la gabbia pareva ancora vuota dal momento che il suo Incantesimo di Disillusione era ancora in atto, ma ogni tanto comparivano sottili lingue di fuoco che stavano bruciando la tovaglia in pizzo del loro tavolino. Il giovane si alzò di scatto dalla sedia e avvicinò le labbra all'orecchio di Ashley per sussurrarle « Dobbiamo andarcene, ora. La cosa si è svegliata ». Senza sembrare troppo sospetto, Matt si sistemò lentamente il mantello sulle spalle, mentre gettava occhiate preoccupate alla gabbia che si nascondeva sotto il tavolo. Non voleva allarmare tutta la Gelateria perché rischiava di venir denunciato. Il Fire Crab, essendo una creatura molto pericolosa, può essere detenuto solo da chi possiede una patente speciale che attesta la capacità del proprietario nel tenere a bada determinate specie. L'ex Corvonero l'aveva ottenuta qualche anno prima al Ministero, ma gliel'avrebbero potuta ritirare da un momento all'altro e perderla durante il primo anno di carriera scolastica non era ciò che desiderava.
    Quindi impugnò la gabbia e fece un cenno alla donna: dovevano andarsene immediatamente dai tavolini. « Andiamocene » mormorò Matt tra i denti, catapultandosi tra la folla oceanica che si faceva spazio nella via principale di fronte al negozio di Dolci&Dolcetti. Nel frattempo la granchio-tartaruga continuava a tossire fuoco, rischiando più volte di bruciare il mantello del professore. In quel momento era impossibilitato, non poteva immobilizzare la creatura perché non la vedeva e come se non bastasse il controincantesimo della Disillusione richiedeva grande concentrazione. E di sicuro quella via gremita di maghi e streghe frettolosi non era d'aiuto per uno con problemi di concentrazione come Matt. Si guardò attorno alla ricerca di una viuzza vuota, ma ovunque regnava il caos. Ad un tratto lo sguardo cadde sull'Ashley stampata, quella che con un sorriso faceva un'occhiolino ai passanti e indicava l'ingresso della bottega. « Ehi! » esclamò lui tutto ad un tratto « Non possiamo andare nel tuo negozio? Non posso restare qui con questa cosa impazzita a lungo ».
     
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  14. ashleì.
     
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    Il peggio avvenne proprio sul più bello. Proprio mentre i due si stavano scambiando effusioni, Ash percepì una sempre più forte puzza di bruciato.
    La cosa si è svegliata? Che voleva dire? Ovviamente non capì immediatamente ciò che stesse avvenendo, si era già dimenticata che Matt aveva con sé una gabbia con un Firecrab all’interno nascosto con un incantesimo di disillusione.
    E allora fraintese: forse in preda all’euforia del momento pensò che Matt volesse portarla da qualche parte, che so un posto romantico, qualcosa di simile. Ma rimaneva irrisolta la questione della puzza di bruciato, e ovviamente non ci fece caso. Le piaceva tanto credere alla prima versione!
    Con espressione completamente inebetita si lasciò trasportare dalla situazione, e per seguire Matt più che per capire cosa stesse realmente avvenendo lo seguì.


    Studio magico Smith



    Come avrebbe voluto che fosse…
    Rappresentazione di sole e luna sul portone d'ingresso
    Soffitto con stelle luminose ad intermittenza
    Animazione di congiunzione planetaria apposta su parete lunga
    Stampa dei cicli lunari apposta su seconda parete lunga
    Stampa tridimensionale di via Lattea su parete breve
    Specchio a forma di sole con cornice d'oro all'entrata e nello studio
    Salottino d'attesa per i clienti
    Scrivania in legno d'antiquariato intarsiato a mano
    Sfera di cristallo con base in argento purissimo


    …e com’era veramente.

    In realtà l'ingresso consisteva in un vecchio portoncino in legno collocato in un fatiscente palazzo...
    ...con un soffitto tutt'altro che in linea con l'astrologia. Ricordava piuttosto quello di un pessimo architetto. Tutto linee squadrate e predefinite.
    L'unico elemento che poteva identificare quello come lo studio di un'astrologa era lo schizzo a mano di una mappa astrale.
    Altro che specchi a forma di sole in oro! Vetro assemblato e legno di scarto.
    Tuttavia, aveva da poco acquistato due nuovi mobiletti: una credenza a vetrina ancora vuota, destinata a contenere i ferri del mestiere...
    ...e uno per contenere libri, ma fondamentalmente usato per poggiarvi al di sopra cornici e altri elementi ornamentali.
    Come poteva mancare il baule, tanto antico quanto misterioso, destinato a contenere materiale in disuso (o particolarmente top secret)
    Infine, una scrivania oltremodo spartana, con quattro piccoli cassetti funzionali...
    ...ed un'altrettanto spartana sfera di cristallo. L'importante era che funzionasse.



    Mondo magico chiama Smith, mondo magico chiama Smith!
    Neanche il tempo di tornare a casa che la giovane poggiò realmente i piedi per terra. Di nuovo.
    << Ma che cavolo vuol dire la cosa si è svegliata? Insomma, potevi essere più romantico! Ok che non lo sei mai stato, ma avresti potuto essere più delicato nei modi. Una volta lo eri, per Morgana! >>
    Era tornata coi piedi per terra, ma ancora non aveva messo bene a fuoco la situazione. Stava fraintendendo alla grande.
    << E poi, che è questa terribile puzza di bruciato?! >> chiese sempre più sbigottita al professore e nel frattempo, di risposta, si levò nell’aria un tanfo ancora più forte.
    Tutto questo sapeva tanto di ridicolo. Ashley stava seduta aldilà del tavolo in legno che fungeva da scrivania dopo aver letteralmente schiantato Matt sulla sedia dall’altra parte. Quindi gli rivolse uno sguardo agghiacciante, e continuò a squadrarlo in cagnesco ancora a lungo, picchiettando nervosamente la sua bacchetta sul palmo della mano. Stavolta aveva esagerato (chi dei due?). Era stato volgare. Decisamente fuori luogo. Aveva rovinato tutto!
    Come suo solito, se le cose andavano male grazie al suo zampino dovevano finire peggio.
    << L’ho sempre detto, la popolarità ti ha dato alla testa! E chissà che la cattedra di Cura delle Creature Magiche non abbia sortito lo stesso effetto! >> Con tutta probabilità quell’innocuo succo di zucca le aveva dato alla testa, ma le permetteva di tediare il ragazzo a sufficienza ancora per un po’.
    Avrebbe fatto pena a chiunque Matt Dallas in quel momento, con il mantello in via di estinzione e una pazza sclerotica che gli inveiva contro. Quel giovane doveva avere una soglia di sopportazione molto alta per stare con Ashley Smith più di cinque minuti continuati. E sotto sotto lei ne era consapevole: proprio per questo non se lo sarebbe più fatto scappare per alcun motivo.

    Edited by ashleì. - 24/9/2014, 02:07
     
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    La sua proposta fu accolta con successo: i due si fiondarono al negozio dell'Astrologa. Vi entrarono attraversando un portone antico in legno, che affiancava l'insegna ritraente Ashley. La stanza era apparentemente elegante, con mobili antichi in legno e una scrivania classica; tuttavia se l'era aspettato più appariscente, nello stile di tutti coloro che trattavano quella branca della magia. L'unica cosa che facesse pensare allo studio di un Astrologa era una semplice sfera di cristallo e una mappa astrale. Si guardò attorno curioso, mentre lentamente avanzava sul pavimento in marmo. Inciampò in un vecchio baule che imperava quasi al centro della stanza e quasi cadde in terra. Pensando più alla salute del mobile che alla sua, Matt lo tastò imbarazzato controllando di non aver rotto nulla. Intanto il Fire Crab, ancora spazientito, gettava lingue di fuoco lunghe quanto un braccio umano; fortunatamente la sua gabbia giaceva all'ingresso e non avrebbe più potuto fare male a nessuno.
    Continuando a studiare la stanza, il Professore commentò « Davvero un bel posticino, il tu... ». Non fece in tempo a finire la frase che Ashley lo anticipò, quasi turbata. A quanto pare aveva enormemente e maliziosamente frainteso le sue parole e lo interrogava sull'identità della "cosa" di cui aveva fatto menzione poco prima. Matt decise di non rispondere e di restare al gioco, mentre lei vaneggiava ancora su quella incomprensione: « L'ho sempre detto, la popolarità ti ha dato alla testa! E chissà che la cattedra di Cura delle Creature Magiche non abbia sortito lo stesso effetto! ». Nel frattempo i due sedevano alla scrivania e la ragazza, furiosa, si picchiava la bacchetta sul palmo della mano. Inutile dire che le ultime parole di lei gli avessero dato fastidio, dato che lei l'aveva lasciato proprio per l'ingente popolarità che aveva accumulato durante gli ultimi anni, ma decise di sorvolare, sorridendo sotto i baffi.
    « Di una cosa sono certo: sei Ashley Smith » si limitò a dire più tardi, scoppiando in una fragorosa risata. « Si da il caso che la "cosa" di cui ti stavo parlando è il Fire Crab » aggiunse, un po' scocciato per la fine del divertimento. Matt si voltò e indicò con la bacchetta la gabbia che stava alle sue spalle e al contempo sulla traiettoria dell'ex Grifondoro. « E la puzza di bruciato viene dal mio mantello » continuò divertito, mostrandole la coda bruciacchiata della sua sopraveste.
    A quel punto si alzò e si avvicinò con cautela alla Creatura ancora invisibile.
    « E ora, se non ti dispiace, me ne occupo subito ». Si chinò su di essa stando attento a non bruciarsi e colpì con la bacchetta l'inferriata che la tratteneva nella gabbia. Dopo qualche secondo una seconda pioggia di scintille risalì dal basso verso la punta della bacchetta, mostrando finalmente il Fire Crab. Era visibilmente su di giri: il carapace gemmato scintillava di rabbia e le fiamme fuoriuscivano dal di dietro come frecce di un arco. Aprì la gabbietta e con tono pacato, disse « Ehi, tranquillo, vieni fuori. Non volevo farti del male ». Nella sua vita aveva trattato solamente granchi delle isole Fiji, i quali erano molto tranquilli perché curati con pazienza. Quell'esemplare era venuto da una riserva africana, in cui venivano solitamente allevati in modo disumano con il solo fine di sottrargli la corazza preziosa. Immediatamente la Creatura smise di sputare fiamme e uscì cauta dalla sua nicchia di ferro. Il Professore le accarezzò il dorso molto delicatamente e quando capì che iniziava a fidarsi, le grattò la testuggine con le nocche. A quel punto, senza farsi troppi scrupoli si chinò ulteriormente e la accolse tra le sue braccia. « Bravo, così » lo incitò, mentre quello si arrampicava fiducioso. Il carapace era ancora bollente quando si alzò ma non lo scottava. Così si avvicinò ad Ashley.
    « Non aver paura, è ancora cucciolo. Accarezzalo » disse Matt, senza degnarla di uno sguardo. Gli occhi gli scintillavano di amore quando si occupava delle Creature, era già tanto se si ricordava di essere lì in quel momento.
    « Come farai a lasciare tutto questo quando verrai ad Hogwarts? » le chiese poi, guardandosi attorno « Non ti mancherà? ». In effetti anche all'ex Corvonero sarebbe piaciuto allestire una bottega propria per la Cura delle Creature ed era sicuro che se l'avesse fatto non avrebbe facilmente accettato la proposta della Wright.
     
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